Non so se il lavacro nelle acque sacre abbia potuto determinare il perfetto accostamento di toni, ma la foto esprime benissimo il senso di purificazione rituale rappresentato da questo peraltro ben portante anziano indiano. Il drappeggio bagnato evoca altre icone religiose a noi ben note. Trovo molto gradevole il dinamismo espresso dalla torsione del corpo.
Mi domando se la foto appartenga al campo del bianco e nero, o se sia presente una nota di colore per marcare il senso della pietra di sfondo.
Assistere ai bagni sacri è stata un’esperienza che mi ha toccato l’anima presumo per sempre, sono molto contenta che questo mio scatto ne trasferisca almeno in parte l’emozione suscitatami.
Pe rispondere alla tua domanda la foto appartiene completamente al campo de bw non è presente acuna nota di colore nello sfondo della pietra.
Grazie Marco Romualdi per l’apprezzamento.
L’immagine è ben composta e dinamica; ma un leggero contrasto avrebbe eliminato il grigiore diffuso.
Dal punto di vista dei contenuti, nessun particolare fa comprendere che il soggetto sta compiendo o ha appena compiuto una cerimonia sacra, e non perché appena sveglio o in procinto di mettersi a letto.
Incredibile è la capacità di vestirsi con un solo lenzuolo.
Immagine ‘vista’ nella sua semplice forza, comunica forza con la dinamica del corpo umano in diagonale e il corpo-torso sembra uscire dagli elementi che lo avvolgono.
Efficace, molto efficace.
Statuaria. Da questa fotografia si potrebbe prendere spunto per un monumento in bronzo.
L’attimo del gesto scompare completamente nell’immobilità perfettamente risolta, e apparentemente immutabile, dell’insieme. Forse taglierei un poco in alto per non far fuggire via lo sguardo. Se nel file c’è materia, si potrebbe elaborarne una raffinata versione Fine Art agli inchiostri di carbone. Complimenti all’autore!
oddio, con la spiegazione sta foto assume quel qualcosa di mistico e superiore che la rende una foto gnocca, specialmente nei toni del bn e nella tridimensionalità della figura.
certo magari la presenza del fiume avrebbe potuto raccontare di +.
sicuramente inserita in un portoflio la gnoccaggine anche significativa di questa foto aumenta di molto
Seconde me
concordo con quelli che hanno suggerito un’inquadratura più ampia, infatti da occidentale materialista penso che la persona stia attentamente guardando, non inquadrato nella scena, lo schema del manuale d’uso che mostra come fare ad annodarsi un lenzuolo attorno al corpo. Ho l’impressione che dopo gli ammirevoli avvitamenti sia rimasto un lembo insufficiente per completare l’opera. La fotografia d’altronde è una disciplina materiale, che prende la vita per mezzo di una macchina.
rispondo a coloro che pensano che era meglio un’inquadratura più ampia………… la foto si chiama “vestizione” e non Maha Kumbh Mela che è il nome del pellegrinaggio quest’ultimo è infatti inserito nella descrizione del luogo in cui è stato effettuto lo scatto.
Per Maurizio Tieghi tengo a porecisare che l’impressione che ha che sia rimasto troppo poco telo per completare l’opera è completamente sbagliata……chiedo io infatti a lui quale strana impressione potrebbe avere un uomo indiano a vedere un uomo occidentale senza manuale d’uso intrecciarsi la cravatta alla mattina davanti allo specchio.
Per Donatella Tandelli …la fotografia è estrapolata da un portfolio sul Maha Kumbh Mela pubblicato in altri siti
grazie a tutti
A & G
“sono i cavalli che finalmente perdono la giostra a cui sono stati inchiodati.”
Ok, li ha fotografati nel momento in cui accadeva o li hai liberati nel pensiero. Nulla vieta che possa affascinare o non affascinare chi lo reputa impossibile, tecnicamente.
Giusto e dichiarato, ora sono concorde: è l’immagine del reale ad affascinarmi non un irreale tecnicamente impossibile…
Visto che è stato citato da altri, parliamo di Edgar Morin per quel che può essere veramente utile alla fotografia ed all’arte.
Chiaramente ” è l’immagine del reale e non la realtà dell’immagine ad affascinarci”.
La realtà dell’immagine non la percepiamo; noi percepiamo solo un’immagine del reale, oltretutto soggettiva.
Quando riusciamo a riprendere e stampare fotograficamente “l’immagine del reale” che abbiamo percepito, quando quella che abbiamo percepito coincide con quella che abbiamo stampato, allora siamo tecnicamente dei bravi fotografi.
Visto che ci siamo, riporto anche un altro concetto filosofico moriniano che distingue tra:
“una testa nella quale il sapere è accumulato e non dispone di un principio di selezione e di organizzazione che gli dia senso” e una “testa ben fatta”, che comporta “un’attitudine generale a porre e a trattare i problemi; principi organizzatori che permettano di collegare i saperi e di dare loro senso”.
Quindi, come vuole Morin, collegare la fotografia ad altre discipline è un’operazione “che si può” e “si deve fare”.
Altrimenti il fotografare diviene solo un’operazione tecnica, priva di contenuti.
Inoltre, estrapolare delle frasi da un contesto può comportare il riferire un concetto completamente estraneo a quello originario.
« Chi pensa sia necessario filosofare deve filosofare e chi pensa non si debba filosofare deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l’addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui. »
(Aristotele, Protreptico o Esortazione alla filosofia)
« Chi pensa sia necessario filosofare deve filosofare e chi pensa non si debba filosofare deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l’addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui. »
(Aristotele, Protreptico o Esortazione alla filosofia)
Ora, proviamo a sostituire ‘filosofare’ con ‘fotografare’…
e grazie, Aristotele!
Ma filosofare significa ragionare.
Fotografare senza ragionare porta a ripetere le stesse fotografie, coi soliti temi, i soliti soggetti, i soliti commenti fritti e riscaldati dal frigo.
Ad ogni modo, prendo atto della parafrasi di Domenico, su Airistotile, e tenere possibilmente un profilo del ragionamento molto basso (mi piace, non mi piace…), senza mai affaticare la propria inutile testa.
@Domenico
Ma se hai letto “Il ritratto di Dorian Gray”, da cui questa frase è tratta, saprai che essa rappresenta la soluzione di Dorian Gray di fronte alle sue paure.
L’impressione suscitata su Dorian Gray dall’immagine demoniaca del quadro, che ritrae la sua anima, lo porta ad affermare che l’arte viene fuori da ogni artista tramite l’inconscio di ognuno e per questo non potrà mai rappresentare la realtà, una realtà che tutti dovremmo vivere non trascurandola.
Quindi significa tutt’altro.
Non citare frasi tolte dal contesto. Esse assumono un significato che non avevano.
Per fare la mostra insieme dovresti dirmi che genere di foto hai disponibili. Io sono sempre pronto. Tra decine di migliaia di foto, qualcosa trovo per una mostra insieme.
Oltretutto essa conferma che, venendo fuori dall’inconscio, non esiste un’univoca rappresentazione del reale, ma solo una visione soggettiva.
E questo conferma altri miei discorsi.
Non tirarti la zappina sui piedi.
Citerò tutto Dorian Grey ma credo sarà difficile farcelo stare se è il tuo desiderio! Di questo passo dovremmo chiedere non più di un intervento a foto per ognuno dei commentatori limitato a 6-7 righe… La mia citazione aveva ben altro significato che introdurre Dorian Gray che con le teste inutili c’entra un fico secco! Ecco perchè chiedo da un po’ di tempo di rispondere con una fotografia! Ne guadagnerebbe il blog, e coloro che sono così pazienti da cliccarci sopra, imho
we ma se non filosofeggiate non siete contenti?????
ma una volta la fotografia non era l’evoluzione dell impressionsimo senza troppe pippe mentali?????
ma qui a me pare che oggi tuttla la fotografia tende alla filosofia
anche la foto di un fiore secco assume simboli filosofici se ci si filosofeggia su
filosofia…brutta cosa!
oddio, con la spiegazione sta foto assume quel qualcosa di mistico e superiore ”
Non è filosofia questa?
mhhh. dire che no, non è filosofia ma una spiegazione del dove come perchè, cioè documentazione?
ma già che ci siamo…la filosofia che cos’è?
pensiero umano mi verrebbe da dire, ovvero caratteristica dell’essere umano per chi + chi meno, dipende dalle capacità che abbiamo, tutti ” filosofeggiamo” anche su di un piatto di spaghetti al pomodoro….o è meglio la pasta corta?
@Donatella
“ma già che ci siamo…la filosofia che cos’è?”
E’ l’arte del ragionare, tenendo presente un po’ tutto; quindi non legandosi a schemi o convincimenti teorici non si sa da chi stabiliti.
Nel momento in cui ragioni con la tua testa, conoscendo quello che ti circonda, fai filosofia.
Quando invece, ragioni con la testa degli altri, sei una semplice esecutrice del pensiero e dei pregiudizi altrui.
“Il problema è non lasciarsi impressionare dalle parole e da ciò che non ci è noto.
Spesso le cose sono più semplici di ciò che ci ha impressionato.”
benissimo , d’accordissimo e allora perchè non fotografarle in maniera semplice( riferito discorso foto polaroid mare).
sarà mica xkè cmq sia la filosofia è evoluzione del pensiero e se l arte è frutto del pensiero oltre che della sensibilità personaleanche l arte si evolve in cose complicate e filosofiche a volte impossibili per esprimere concetti semplici.
filosofia del pensiero artistico.
ma che sto a di aò!!!
sarà il caldo…
@Donatella
Ma se ci mettiamo attenzione ed impegno e non ci facciamo impressionare dalle parole stesse, alla fine i concetti sono sempre semplici, o al più sono complessi e richiedono la conoscenza di più concetti nello stesso tempo; per questo ci vuole attenzione ed impegno.
Non so se il lavacro nelle acque sacre abbia potuto determinare il perfetto accostamento di toni, ma la foto esprime benissimo il senso di purificazione rituale rappresentato da questo peraltro ben portante anziano indiano. Il drappeggio bagnato evoca altre icone religiose a noi ben note. Trovo molto gradevole il dinamismo espresso dalla torsione del corpo.
Mi domando se la foto appartenga al campo del bianco e nero, o se sia presente una nota di colore per marcare il senso della pietra di sfondo.
Assistere ai bagni sacri è stata un’esperienza che mi ha toccato l’anima presumo per sempre, sono molto contenta che questo mio scatto ne trasferisca almeno in parte l’emozione suscitatami.
Pe rispondere alla tua domanda la foto appartiene completamente al campo de bw non è presente acuna nota di colore nello sfondo della pietra.
Grazie Marco Romualdi per l’apprezzamento.
L’immagine è ben composta e dinamica; ma un leggero contrasto avrebbe eliminato il grigiore diffuso.
Dal punto di vista dei contenuti, nessun particolare fa comprendere che il soggetto sta compiendo o ha appena compiuto una cerimonia sacra, e non perché appena sveglio o in procinto di mettersi a letto.
Incredibile è la capacità di vestirsi con un solo lenzuolo.
Immagine ‘vista’ nella sua semplice forza, comunica forza con la dinamica del corpo umano in diagonale e il corpo-torso sembra uscire dagli elementi che lo avvolgono.
Efficace, molto efficace.
Statuaria. Da questa fotografia si potrebbe prendere spunto per un monumento in bronzo.
L’attimo del gesto scompare completamente nell’immobilità perfettamente risolta, e apparentemente immutabile, dell’insieme. Forse taglierei un poco in alto per non far fuggire via lo sguardo. Se nel file c’è materia, si potrebbe elaborarne una raffinata versione Fine Art agli inchiostri di carbone. Complimenti all’autore!
oddio, con la spiegazione sta foto assume quel qualcosa di mistico e superiore che la rende una foto gnocca, specialmente nei toni del bn e nella tridimensionalità della figura.
certo magari la presenza del fiume avrebbe potuto raccontare di +.
sicuramente inserita in un portoflio la gnoccaggine anche significativa di questa foto aumenta di molto
Seconde me
grazie a tutti degli apprezzamenti ma soprattutto delle critiche che ritengo sempre fonte essenziale per migliorare.
concordo con quelli che hanno suggerito un’inquadratura più ampia, infatti da occidentale materialista penso che la persona stia attentamente guardando, non inquadrato nella scena, lo schema del manuale d’uso che mostra come fare ad annodarsi un lenzuolo attorno al corpo. Ho l’impressione che dopo gli ammirevoli avvitamenti sia rimasto un lembo insufficiente per completare l’opera. La fotografia d’altronde è una disciplina materiale, che prende la vita per mezzo di una macchina.
rispondo a coloro che pensano che era meglio un’inquadratura più ampia………… la foto si chiama “vestizione” e non Maha Kumbh Mela che è il nome del pellegrinaggio quest’ultimo è infatti inserito nella descrizione del luogo in cui è stato effettuto lo scatto.
Per Maurizio Tieghi tengo a porecisare che l’impressione che ha che sia rimasto troppo poco telo per completare l’opera è completamente sbagliata……chiedo io infatti a lui quale strana impressione potrebbe avere un uomo indiano a vedere un uomo occidentale senza manuale d’uso intrecciarsi la cravatta alla mattina davanti allo specchio.
Per Donatella Tandelli …la fotografia è estrapolata da un portfolio sul Maha Kumbh Mela pubblicato in altri siti
grazie a tutti
A & G
da Edgard Morin: è l’immagine del reale e non la realtà dell’immagine ad affascinarci.
@ Maurizio
” è l’immagine del reale e non la realtà dell’immagine ad affascinarci”
Uno: corollario dimenticato: con l’esclusione delle giostre che perdono i pezzi
…
Due: corollario dimenticato interrogativo: con l’esclusione delle giostre che perdono i pezzi?
@ Domenico
Jean-Christophe Bailly “L’immagine è legata organicamente alla mancanza e all’assenza, è un partire trattenuto.
attenzione! sono i cavalli che finalmente perdono la giostra a cui sono stati inchiodati.
@ Maurizio
“sono i cavalli che finalmente perdono la giostra a cui sono stati inchiodati.”
Ok, li ha fotografati nel momento in cui accadeva o li hai liberati nel pensiero. Nulla vieta che possa affascinare o non affascinare chi lo reputa impossibile, tecnicamente.
Giusto e dichiarato, ora sono concorde: è l’immagine del reale ad affascinarmi non un irreale tecnicamente impossibile…
Leggo e rileggo gli ultimi commenti e mi chiedo: “poi il cervellotico ed il filosofo inconcludente sono io?”
Vorrei capire cos’é un “irreale tecnicamente impossibile…”.
” è l’immagine del reale e non la realtà dell’immagine ad affascinarci””.
Qui Immanuel Kant, Heidegger, ecc., paiono scolaretti
Visto che è stato citato da altri, parliamo di Edgar Morin per quel che può essere veramente utile alla fotografia ed all’arte.
Chiaramente ” è l’immagine del reale e non la realtà dell’immagine ad affascinarci”.
La realtà dell’immagine non la percepiamo; noi percepiamo solo un’immagine del reale, oltretutto soggettiva.
Quando riusciamo a riprendere e stampare fotograficamente “l’immagine del reale” che abbiamo percepito, quando quella che abbiamo percepito coincide con quella che abbiamo stampato, allora siamo tecnicamente dei bravi fotografi.
Visto che ci siamo, riporto anche un altro concetto filosofico moriniano che distingue tra:
“una testa nella quale il sapere è accumulato e non dispone di un principio di selezione e di organizzazione che gli dia senso” e una “testa ben fatta”, che comporta “un’attitudine generale a porre e a trattare i problemi; principi organizzatori che permettano di collegare i saperi e di dare loro senso”.
Quindi, come vuole Morin, collegare la fotografia ad altre discipline è un’operazione “che si può” e “si deve fare”.
Altrimenti il fotografare diviene solo un’operazione tecnica, priva di contenuti.
Inoltre, estrapolare delle frasi da un contesto può comportare il riferire un concetto completamente estraneo a quello originario.
« Chi pensa sia necessario filosofare deve filosofare e chi pensa non si debba filosofare deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l’addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui. »
(Aristotele, Protreptico o Esortazione alla filosofia)
« Chi pensa sia necessario filosofare deve filosofare e chi pensa non si debba filosofare deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l’addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui. »
(Aristotele, Protreptico o Esortazione alla filosofia)
Ora, proviamo a sostituire ‘filosofare’ con ‘fotografare’…
e grazie, Aristotele!
Ma filosofare significa ragionare.
Fotografare senza ragionare porta a ripetere le stesse fotografie, coi soliti temi, i soliti soggetti, i soliti commenti fritti e riscaldati dal frigo.
Ad ogni modo, prendo atto della parafrasi di Domenico, su Airistotile, e tenere possibilmente un profilo del ragionamento molto basso (mi piace, non mi piace…), senza mai affaticare la propria inutile testa.
@Antonino
“All art is quite useless”. Oscar Wilde
L’inutile arte si serve di una inutile testa. Corrispondenza perfetta. Possiamo fare una mostra insieme.
@Domenico
Ma se hai letto “Il ritratto di Dorian Gray”, da cui questa frase è tratta, saprai che essa rappresenta la soluzione di Dorian Gray di fronte alle sue paure.
L’impressione suscitata su Dorian Gray dall’immagine demoniaca del quadro, che ritrae la sua anima, lo porta ad affermare che l’arte viene fuori da ogni artista tramite l’inconscio di ognuno e per questo non potrà mai rappresentare la realtà, una realtà che tutti dovremmo vivere non trascurandola.
Quindi significa tutt’altro.
Non citare frasi tolte dal contesto. Esse assumono un significato che non avevano.
Per fare la mostra insieme dovresti dirmi che genere di foto hai disponibili. Io sono sempre pronto. Tra decine di migliaia di foto, qualcosa trovo per una mostra insieme.
Oltretutto essa conferma che, venendo fuori dall’inconscio, non esiste un’univoca rappresentazione del reale, ma solo una visione soggettiva.
E questo conferma altri miei discorsi.
Non tirarti la zappina sui piedi.
@ Antonino
Citerò tutto Dorian Grey ma credo sarà difficile farcelo stare se è il tuo desiderio! Di questo passo dovremmo chiedere non più di un intervento a foto per ognuno dei commentatori limitato a 6-7 righe… La mia citazione aveva ben altro significato che introdurre Dorian Gray che con le teste inutili c’entra un fico secco! Ecco perchè chiedo da un po’ di tempo di rispondere con una fotografia! Ne guadagnerebbe il blog, e coloro che sono così pazienti da cliccarci sopra, imho
we ma se non filosofeggiate non siete contenti?????
ma una volta la fotografia non era l’evoluzione dell impressionsimo senza troppe pippe mentali?????
@Donatella Tandelli
“oddio, con la spiegazione sta foto assume quel qualcosa di mistico e superiore ”
Non è filosofia questa?
ma qui a me pare che oggi tuttla la fotografia tende alla filosofia
anche la foto di un fiore secco assume simboli filosofici se ci si filosofeggia su
filosofia…brutta cosa!
oddio, con la spiegazione sta foto assume quel qualcosa di mistico e superiore ”
Non è filosofia questa?
mhhh. dire che no, non è filosofia ma una spiegazione del dove come perchè, cioè documentazione?
ma già che ci siamo…la filosofia che cos’è?
pensiero umano mi verrebbe da dire, ovvero caratteristica dell’essere umano per chi + chi meno, dipende dalle capacità che abbiamo, tutti ” filosofeggiamo” anche su di un piatto di spaghetti al pomodoro….o è meglio la pasta corta?
@Donatella
“ma già che ci siamo…la filosofia che cos’è?”
E’ l’arte del ragionare, tenendo presente un po’ tutto; quindi non legandosi a schemi o convincimenti teorici non si sa da chi stabiliti.
Nel momento in cui ragioni con la tua testa, conoscendo quello che ti circonda, fai filosofia.
Quando invece, ragioni con la testa degli altri, sei una semplice esecutrice del pensiero e dei pregiudizi altrui.
@Donatella
“tutti ” filosofeggiamo” anche su di un piatto di spaghetti al pomodoro….o è meglio la pasta corta?”
Anche quella è filosofia.
Per questo si dice che “la filosofia, cacciata dalla porta, rientra dalla finestra”.
Il problema è non lasciarsi impressionare dalle parole e da ciò che non ci è noto.
Spesso le cose sono più semplici di ciò che ci ha impressionato.
“Il problema è non lasciarsi impressionare dalle parole e da ciò che non ci è noto.
Spesso le cose sono più semplici di ciò che ci ha impressionato.”
benissimo , d’accordissimo e allora perchè non fotografarle in maniera semplice( riferito discorso foto polaroid mare).
sarà mica xkè cmq sia la filosofia è evoluzione del pensiero e se l arte è frutto del pensiero oltre che della sensibilità personaleanche l arte si evolve in cose complicate e filosofiche a volte impossibili per esprimere concetti semplici.
filosofia del pensiero artistico.
ma che sto a di aò!!!
sarà il caldo…
Quandi gradi ci sono da te?
Io sono al mare e al fresco.
Quindi sono paziente e calmo.
@Donatella
Ma se ci mettiamo attenzione ed impegno e non ci facciamo impressionare dalle parole stesse, alla fine i concetti sono sempre semplici, o al più sono complessi e richiedono la conoscenza di più concetti nello stesso tempo; per questo ci vuole attenzione ed impegno.