Questa foto avrebbe potuto essere migliore, visto che il soggetto è fotograficamente interessante
Anche dalla lettura dei valori exif contenuti nel file, noto che:
1) Il 200 mm schiaccia i piani prospettici, diminuendo la PDF, nonostante l’uso di F 10.
2) Lo scatto a mano libera, a distanza così vicina al soggetto, anche usando 1/125, ha consentito un micromosso che rende confusa l’immagine.
3) l’inquadratura, anche nel “testone”, non dovrebbe essere così stretta da tagliare l’orecchio destro del soggetto.
4) Nell’inquadratura, avrei lasciato più spazio intorno al soggetto, disponendo gli occhi più in alto e lasciando margine scuro sotto la barba.
5) La barba e la parte superiore della testa, molto luminose, generano un effetto “cornice luminosa”, distogliendo lo sguardo dell’osservatore dal viso e dagli occhi. Un’inquadratura più larga avrebbe attenuato l’aggressivo di questi bianchi.
6) L’illuminazione del lato destro della foto è eccessiva. La barba a destra è bruciata. La sorgente luminosa primaria è troppo bassa.
7) Dagli exif sembra che sia stato usato un flash; presumo senza “luce guida”. Quando non è disponibile un impianto flash con luce guida, conviene usare la luce ambiente; ammorbidendo le ombre, se necessario, con un pannello riflettente.
trovo perfetta la lettura critica fatta da Antonino
rimane con tutti i difetti elencati in precedenza una accattivante immagine, questo significa che molto spesso nella fotografia vale di più il soggetto inquadrato che l’abilità nel farlo
Accidenti…. mi chiedo come abbiamo fatto tutti questi anni (direi almeno un secolo e mezzo) a valutare le fotografie senza i dati EXIF.
Senza polemiche… mi viene in mente solo un riferimento al meraviglioso film “l’attimo fuggente”, dove gli studenti sono “educati” a valutare le poesie con grafici matematici ….
meditate, gente, meditate:
Io davanti a questa (ma direi qualunque) fotografia non ci penso nemmeno, pur potendolo, di leggere dati exif o istogrammi, se non sono incaricato di lavorarci sopra.
Se vedo un ritratto, come questo, posso tuttapiù affermare che mi ricorda le “mille lire”, posso dire se mi ispira simpatia o meno…. a suo tempo, avendo in mano una bella stampa, dire se questa rendeva giustizia alla scala tonale che si presume una fotografia di questo stampo richieda.
ma cosa sono e come fate a sapere gli exif ? del file ?
per l’analisi concordo con quella di Antonino
leggermente un passo indietro , e meno soffocato il ritratto nel suo taglio , e forse avrei giocato piu’ dettagliata la barba e le rughe , che sono l’espressione di questo ritratto
@Ezio Turus
“mi chiedo come abbiamo fatto tutti questi anni (direi almeno un secolo e mezzo) a valutare le fotografie senza i dati EXIF.”
Negli exif ho trovato solo conferma. Infatti ho affermato: “Anche dalla lettura dei valori exif”.
“Senza polemiche” …ma con ironia. Sinceramente non ne comprendo la necessità.
Scrivo i miei commenti con umiltà, mettendovi tutto quello che so.
Non mi limito all’aspetto tecnico, ma valuto anche la composizione, le emozioni che l’immagine suscita ed i significati in essa contenuti.
Mi pare che qualcuno, tempo addietro, si lamentasse dei commenti “solo” filosofici e dell’assenza di quelli tecnici. Ho corretto il tiro. Ma pare che neanche così va bene.
“L’attimo fuggente” per voi è un film. Io al liceo ho avuto “John Keating”; mi ha insegnato a leggere, ad interessarmi di tutto ed a ragionare con la mia testa dopo essermi ben documentato.
Quando trovo un ritratto simpatico, al di là dell’aspetto tecnico o dei contenuti, non manco di evidenziarlo. Ma la fotografia è “tecnica ed ..altro”; insieme.
Ezio, penso che sarebbe opportuno giudicare le foto, non i miei commenti. Puoi non condividerli. Ma fare dell’ironia su di essi non è “simpatico”.
Nel “giudicare” una foto io cerco di tenere conto del mezzo usato dall’autore. Perché non posso paragonare, con lo stesso metro, il risultato ottenuto da una compatta da poche decine di euro con quello di un apparecchio professionale.
Senza conoscere il tempo di scatto, nel caso specifico di questa immagine, avrei potuto dubitare che il soggetto non fosse a fuoco; invece dagli exif ho avuto la conferma che c’era il micromosso.
ma che è sta luce guida????
direi che c’è un cokpetto di fill-in( tanto per fare i fighi) si vede dal puntino negli occhi.
viso molto interessante compresa l’espressione.
avrebbe meritato + cura nell’inquadratura o per lo meno diversi scatti.
Come capitato ad Antonino, spesso nel blog è di moda commentare coloro che danno giudizi piuttosto che le fotografie. Anche a me è capitato in alcuni interventi. Quando non si sa più cosa dire, pittosto che ammettere di aver sbagliato o scantonato come dice Ezio Turus ( ti faccio i miei complimenti per la tua obbiettività e disponibilità al dialogo) molti fotografi preferiscono nascondersi dietro l’”acida” ironia o peggio ancora dietro i propri titoli e onorificenze.
I flash da studio (quelli grandi, collegati tra loro in modo automatico, tramite fotocellule) prima dello scatto proiettano una luce continua (luce guida) che consente al fotografo di rendersi conto di come risulterà illuminato il soggetto, dai vari flash, al momento dello scatto).
Senzaluce guida, è molto più difficile prevedere quale risulterà l’effetto complessivo delle varie luci, in proporzione alla loro distanza dal soggetto ed al tipo di illuminazione che emettono (spot, di schiarita, ecc.).
in ogni ritratto ben riuscito deve realizzarsi una magia tra chi opera e chi s’offre alla fredda ripresa dell’obiettivo.
ciò esula dalla bellezza del soggetto e dal suo essere, più o meno, fotogenico.
ecco quando si va oltre la fredda ripresa e il soggetto non si offre alla visione della lente, ma instaura un fealing che va oltre e giunge all’occhio del fotografo si realizza un bel lavoro – certamente migliorabile sotto l’aspetto tecnico – come in questo caso.
Questa foto avrebbe potuto essere migliore, visto che il soggetto è fotograficamente interessante
Anche dalla lettura dei valori exif contenuti nel file, noto che:
1) Il 200 mm schiaccia i piani prospettici, diminuendo la PDF, nonostante l’uso di F 10.
2) Lo scatto a mano libera, a distanza così vicina al soggetto, anche usando 1/125, ha consentito un micromosso che rende confusa l’immagine.
3) l’inquadratura, anche nel “testone”, non dovrebbe essere così stretta da tagliare l’orecchio destro del soggetto.
4) Nell’inquadratura, avrei lasciato più spazio intorno al soggetto, disponendo gli occhi più in alto e lasciando margine scuro sotto la barba.
5) La barba e la parte superiore della testa, molto luminose, generano un effetto “cornice luminosa”, distogliendo lo sguardo dell’osservatore dal viso e dagli occhi. Un’inquadratura più larga avrebbe attenuato l’aggressivo di questi bianchi.
6) L’illuminazione del lato destro della foto è eccessiva. La barba a destra è bruciata. La sorgente luminosa primaria è troppo bassa.
7) Dagli exif sembra che sia stato usato un flash; presumo senza “luce guida”. Quando non è disponibile un impianto flash con luce guida, conviene usare la luce ambiente; ammorbidendo le ombre, se necessario, con un pannello riflettente.
mi ricorda un busto di giuseppe verdi che ha mia madre…
bel personaggio!
trovo perfetta la lettura critica fatta da Antonino
rimane con tutti i difetti elencati in precedenza una accattivante immagine, questo significa che molto spesso nella fotografia vale di più il soggetto inquadrato che l’abilità nel farlo
Accidenti…. mi chiedo come abbiamo fatto tutti questi anni (direi almeno un secolo e mezzo) a valutare le fotografie senza i dati EXIF.
Senza polemiche… mi viene in mente solo un riferimento al meraviglioso film “l’attimo fuggente”, dove gli studenti sono “educati” a valutare le poesie con grafici matematici ….
meditate, gente, meditate:
Io davanti a questa (ma direi qualunque) fotografia non ci penso nemmeno, pur potendolo, di leggere dati exif o istogrammi, se non sono incaricato di lavorarci sopra.
Se vedo un ritratto, come questo, posso tuttapiù affermare che mi ricorda le “mille lire”, posso dire se mi ispira simpatia o meno…. a suo tempo, avendo in mano una bella stampa, dire se questa rendeva giustizia alla scala tonale che si presume una fotografia di questo stampo richieda.
ma cosa sono e come fate a sapere gli exif ? del file ?
per l’analisi concordo con quella di Antonino
leggermente un passo indietro , e meno soffocato il ritratto nel suo taglio , e forse avrei giocato piu’ dettagliata la barba e le rughe , che sono l’espressione di questo ritratto
@Ezio Turus
“mi chiedo come abbiamo fatto tutti questi anni (direi almeno un secolo e mezzo) a valutare le fotografie senza i dati EXIF.”
Negli exif ho trovato solo conferma. Infatti ho affermato: “Anche dalla lettura dei valori exif”.
“Senza polemiche” …ma con ironia. Sinceramente non ne comprendo la necessità.
Scrivo i miei commenti con umiltà, mettendovi tutto quello che so.
Non mi limito all’aspetto tecnico, ma valuto anche la composizione, le emozioni che l’immagine suscita ed i significati in essa contenuti.
Mi pare che qualcuno, tempo addietro, si lamentasse dei commenti “solo” filosofici e dell’assenza di quelli tecnici. Ho corretto il tiro. Ma pare che neanche così va bene.
“L’attimo fuggente” per voi è un film. Io al liceo ho avuto “John Keating”; mi ha insegnato a leggere, ad interessarmi di tutto ed a ragionare con la mia testa dopo essermi ben documentato.
Quando trovo un ritratto simpatico, al di là dell’aspetto tecnico o dei contenuti, non manco di evidenziarlo. Ma la fotografia è “tecnica ed ..altro”; insieme.
Ezio, penso che sarebbe opportuno giudicare le foto, non i miei commenti. Puoi non condividerli. Ma fare dell’ironia su di essi non è “simpatico”.
@Franca
Se non hai Ligthroom, c’é un programma che consente di leggere gli exif (i dati registrati dalla fotocamera nel file dell’immagine). Si chiama Exifer.
http://www.softpedia.com/get/Multimedia/Graphic/Digital-Photo-Tools/Exifer.shtml
Nel “giudicare” una foto io cerco di tenere conto del mezzo usato dall’autore. Perché non posso paragonare, con lo stesso metro, il risultato ottenuto da una compatta da poche decine di euro con quello di un apparecchio professionale.
Senza conoscere il tempo di scatto, nel caso specifico di questa immagine, avrei potuto dubitare che il soggetto non fosse a fuoco; invece dagli exif ho avuto la conferma che c’era il micromosso.
Si Antonino, hai ragione. Siamo qui per commentare le foto e non i commenti. Chiedo scusa ed eviterò di farlo in seguito.
Buin proseguimento a tutti
ezio turus
ma che è sta luce guida????
direi che c’è un cokpetto di fill-in( tanto per fare i fighi) si vede dal puntino negli occhi.
viso molto interessante compresa l’espressione.
avrebbe meritato + cura nell’inquadratura o per lo meno diversi scatti.
Come capitato ad Antonino, spesso nel blog è di moda commentare coloro che danno giudizi piuttosto che le fotografie. Anche a me è capitato in alcuni interventi. Quando non si sa più cosa dire, pittosto che ammettere di aver sbagliato o scantonato come dice Ezio Turus ( ti faccio i miei complimenti per la tua obbiettività e disponibilità al dialogo) molti fotografi preferiscono nascondersi dietro l’”acida” ironia o peggio ancora dietro i propri titoli e onorificenze.
@Donatella
“ma che è sta luce guida????”
I flash da studio (quelli grandi, collegati tra loro in modo automatico, tramite fotocellule) prima dello scatto proiettano una luce continua (luce guida) che consente al fotografo di rendersi conto di come risulterà illuminato il soggetto, dai vari flash, al momento dello scatto).
Senzaluce guida, è molto più difficile prevedere quale risulterà l’effetto complessivo delle varie luci, in proporzione alla loro distanza dal soggetto ed al tipo di illuminazione che emettono (spot, di schiarita, ecc.).
ah ecco come si chiama…
eh bella roba sta luce guida!
si vede eh che non frequento tanto lo studio fotografico…..
in ogni ritratto ben riuscito deve realizzarsi una magia tra chi opera e chi s’offre alla fredda ripresa dell’obiettivo.
ciò esula dalla bellezza del soggetto e dal suo essere, più o meno, fotogenico.
ecco quando si va oltre la fredda ripresa e il soggetto non si offre alla visione della lente, ma instaura un fealing che va oltre e giunge all’occhio del fotografo si realizza un bel lavoro – certamente migliorabile sotto l’aspetto tecnico – come in questo caso.