L’inquadratura (forse il riflesso in uno specchio), a mio avviso, mira più alla ricerca di qualcosa di diverso e di strano che alla ricerca di un aspetto significativo o quanto meno esteticamente gradevole.
C’é una sovrapposizione di elementi (lo specchietto e la fascia inclinata e sfocata bianca, in primo piano a destra, una figura umana appena leggibile, la grande massa deformata rossa di un’auto, lo sfondo di edifici inclinati) che non dialogano loro in modo significativo.
L’inquadratura (forse il riflesso in uno specchio), a mio avviso, mira più alla ricerca di qualcosa di diverso e di strano che alla ricerca di un aspetto significativo o quanto meno esteticamente gradevole.
C’é una sovrapposizione di elementi (lo specchietto e la fascia inclinata e sfocata bianca, in primo piano a destra, una figura umana appena leggibile, la grande massa deformata rossa di un’auto, lo sfondo di edifici inclinati) che non dialogano in modo significativo.
L’inquadratura (forse il riflesso in uno specchio), a mio avviso, mira più alla ricerca di qualcosa di diverso e di strano che alla ricerca di un aspetto significativo o quanto meno esteticamente gradevole.
C’é una sovrapposizione di elementi (lo specchietto e la fascia inclinata e sfocata bianca, in primo piano a destra, una figura umana appena leggibile, la grande massa deformata rossa di un’auto, lo sfondo di edifici inclinati) che non dialogano loro in modo significativo.
L’inquadratura (forse il riflesso in uno specchio), a mio avviso, mira più alla ricerca di qualcosa di diverso e di strano che alla ricerca di un aspetto significativo o quanto meno esteticamente gradevole.
C’é una sovrapposizione di elementi (lo specchietto e la fascia inclinata e sfocata bianca, in primo piano a destra, una figura umana appena leggibile, la grande massa deformata rossa di un’auto, lo sfondo di edifici inclinati) che non dialogano in modo significativo.
Ottimo spunto che offre una visione altrenativa di questa mitica corsa.
Fabio Panzavolta