cara Franca io questo “posto” lo conosco per averlo prima visitato come fruitore interpretato anche come autore fotografico, personalmente mi aveva coinvolto maggiormente la vista frontale, con i visitatori che passando davanti alle luci diventavano ombre in movimento, ma il tuo “sguardo” lo trovo ancor più bello, anche per la nitidezza dei colori dello sfondo non facile da ottenere. Quando si guarda una fotografia di una situazione che ci è nota ci manca la sorpresa, ma abbiamo maggiori elementi per fare confronti e scambiarci “visivamente” delle esperienze che in tempi diversi, oppure magari lo stesso giorno e la stessa ora considerando che non ci si conosceva, ci sono appartenute. complimenti
Le ombre di figure non ben identificata, ma così
significativamente disegnate, rendono l’immagine,già piacevole naturalmente, più densa di interesse e introspe
zione.Brava
a differenza di Brunella, paradossalmente identifico in delle semplici ombre qualcosa di ben riconoscibile: prima vedo un uomo in primo piano sulla sinistra, fermo a guardare chi passa (porta gli occhiali e forse ha un giornale in mano arrotolato dietro di sè) a cui si potrebbe dare persino un età visti i dettagli del doppio mento; poi vedo una donna (suggerita dal volume dei capelli o dalle punte con cui finiscono le gambe) in movimento, posta di spalle sul lato destro dell’immagine, che se ne sta andando ( probabilmente suggerito dalla fuga verso destra che la prospettiva di ripresa suggerisce). il gioco grafico dell’istallazione , una specie di portali luminosi in sequenza, aiuta ad individuare questi movimenti di sguardo dell’uomo e della fuga della donna e li inserisce in un paesaggio virtuale ma assimilabile ad una via cittadina fatta di vetrine illuminate. L’autrice ponendo gli scarni elementi a disposizione in determinate posizioni le mette in relazione tra loro e ne ricava così un racconto proprio e vincente.
L’installazione ‘esiste’ se qualcuno la guarda, osserva, vive. L’autrice-fotografa ve li ha inseriti, ha fatto una fotografia. Ha messo ‘contenuti’ che la sola installazione non possedeva. Quel che scrive Maurizio qui sopra è sommamente vero: lo sguardo dell’autrice fa la fotografia, e come se mettesse nella scena il proprio pensiero.
Patrizia che occhio che hai è vero il signore in ombra ha il doppio mento ha 66 anni tiene le mani dietro la schiena porta gli occhiali e ha uno zainetto sulle spalle è il mio segretario ahahah (del circolo di appartenenza )gli ho suggerito di entrare sulla soglia porta luminosa proprio per creare un immagine diversa dall’opera di Ivan Navarro . quel giorno ho fotografato molte installazioni anche quella di Pistoletto degli specchi rotti (stupenda ) ma utilizzate e inserendo elementi che mi dettava la mia fantasia. Ringrazio tutti per i commenti che leggo sempre con piacere arrivederci alla prossima grazie franca
Lo scorcio prospettico conduce lo sguardo in fondo a destra dove si nota una evanescente figura femminile. Ma c’è un fattore che lo riconduce subito a sinistra dove una luce fredda, perché contrastante con i toni caldi del resto dell’immagine, assume un forte peso strutturale.
Su quel blu profondo si staglia nitida la sagoma di un corpo che appare stranamente rivolto a sinistra mentre il capo, su cui si distinguono gli occhiali, guarda a destra, riportando lo sguardo in fondo, in una giostra circolare che lo mantiene all’interno dell’immagine.
Una atmosfera particolare fatta di mistero, di ombre, di fantasmi e di luci colorate.
ringrazio tantissimo Enrico per il commento , li leggo sempre con molta attenzione i suoi post, fare fotografia per me vuol dire divertimento,scoperta , curiosità . grazie davvero tanto ciao franca
Bella ed enigmatica
cara Franca io questo “posto” lo conosco per averlo prima visitato come fruitore interpretato anche come autore fotografico, personalmente mi aveva coinvolto maggiormente la vista frontale, con i visitatori che passando davanti alle luci diventavano ombre in movimento, ma il tuo “sguardo” lo trovo ancor più bello, anche per la nitidezza dei colori dello sfondo non facile da ottenere. Quando si guarda una fotografia di una situazione che ci è nota ci manca la sorpresa, ma abbiamo maggiori elementi per fare confronti e scambiarci “visivamente” delle esperienze che in tempi diversi, oppure magari lo stesso giorno e la stessa ora considerando che non ci si conosceva, ci sono appartenute. complimenti
Le ombre di figure non ben identificata, ma così
significativamente disegnate, rendono l’immagine,già piacevole naturalmente, più densa di interesse e introspe
zione.Brava
a differenza di Brunella, paradossalmente identifico in delle semplici ombre qualcosa di ben riconoscibile: prima vedo un uomo in primo piano sulla sinistra, fermo a guardare chi passa (porta gli occhiali e forse ha un giornale in mano arrotolato dietro di sè) a cui si potrebbe dare persino un età visti i dettagli del doppio mento; poi vedo una donna (suggerita dal volume dei capelli o dalle punte con cui finiscono le gambe) in movimento, posta di spalle sul lato destro dell’immagine, che se ne sta andando ( probabilmente suggerito dalla fuga verso destra che la prospettiva di ripresa suggerisce). il gioco grafico dell’istallazione , una specie di portali luminosi in sequenza, aiuta ad individuare questi movimenti di sguardo dell’uomo e della fuga della donna e li inserisce in un paesaggio virtuale ma assimilabile ad una via cittadina fatta di vetrine illuminate. L’autrice ponendo gli scarni elementi a disposizione in determinate posizioni le mette in relazione tra loro e ne ricava così un racconto proprio e vincente.
Enigmatica …resa affascinante dalle cromie che esaltano il tutto in una sorta di grafismo surreale ……
MOLTO BELLA: brava Franchina, a presto.
L’installazione ‘esiste’ se qualcuno la guarda, osserva, vive. L’autrice-fotografa ve li ha inseriti, ha fatto una fotografia. Ha messo ‘contenuti’ che la sola installazione non possedeva. Quel che scrive Maurizio qui sopra è sommamente vero: lo sguardo dell’autrice fa la fotografia, e come se mettesse nella scena il proprio pensiero.
ottima
Patrizia che occhio che hai è vero il signore in ombra ha il doppio mento ha 66 anni tiene le mani dietro la schiena porta gli occhiali e ha uno zainetto sulle spalle è il mio segretario ahahah (del circolo di appartenenza )gli ho suggerito di entrare sulla soglia porta luminosa proprio per creare un immagine diversa dall’opera di Ivan Navarro . quel giorno ho fotografato molte installazioni anche quella di Pistoletto degli specchi rotti (stupenda ) ma utilizzate e inserendo elementi che mi dettava la mia fantasia. Ringrazio tutti per i commenti che leggo sempre con piacere arrivederci alla prossima grazie franca
complimenti
una bellissima fotografia
Lo scorcio prospettico conduce lo sguardo in fondo a destra dove si nota una evanescente figura femminile. Ma c’è un fattore che lo riconduce subito a sinistra dove una luce fredda, perché contrastante con i toni caldi del resto dell’immagine, assume un forte peso strutturale.
Su quel blu profondo si staglia nitida la sagoma di un corpo che appare stranamente rivolto a sinistra mentre il capo, su cui si distinguono gli occhiali, guarda a destra, riportando lo sguardo in fondo, in una giostra circolare che lo mantiene all’interno dell’immagine.
Una atmosfera particolare fatta di mistero, di ombre, di fantasmi e di luci colorate.
ringrazio tantissimo Enrico per il commento , li leggo sempre con molta attenzione i suoi post, fare fotografia per me vuol dire divertimento,scoperta , curiosità . grazie davvero tanto ciao franca